Elezioni Calabria, Crocco (CIM USA): «Coinvolgere la diaspora è una necessità strategica»

0

Elezioni in Calabria, Alessandro Crocco (CIM USA): «Coinvolgere la diaspora è una necessità strategica»

Le dimissioni anticipate del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, hanno aperto la strada a un ritorno alle urne il 5 e 6 ottobre prossimi. Un passaggio elettorale inatteso che, al di là delle ragioni politiche e istituzionali che lo hanno determinato, rappresenta un momento cruciale per il futuro della regione. 

In questo frangente, sento il dovere di intervenire — e lo faccio con la consapevolezza di chi ha più volte sollevato il tema dell’apporto dei calabresi nel mondo allo sviluppo della regione. Parlo non solo come presidente della Confederazione Italiani nel Mondo di New York (C.I.M.) — la principale organizzazione che rappresenta e mette in rete le comunità italiane all’estero e le loro associazioni — e come membro della Consulta dei Calabresi all’Estero, ma anche come calabrese che, pur vivendo lontano, mantiene un legame saldo, vitale e operoso con la propria terra d’origine.

La Calabria, da troppo tempo, trascura il valore immenso dei suoi corregionali sparsi nel mondo. Se è vero che in questi anni qualcosa è stato fatto, è altrettanto evidente che si è concesso tutt’altro che lo spazio adeguato alla diaspora calabrese. In un momento di snodo strategico, la mobilitazione delle competenze, delle esperienze e delle risorse dei calabresi nel mondo non è più un’opzione: è un’esigenza imprescindibile. Parliamo di un potenziale enorme, fatto di conoscenze, relazioni internazionali e capacità imprenditoriali, capace di imprimere una svolta reale alle prospettive regionali.

Perché questo potenziale si trasformi in crescita concreta, occorre però una strategia chiara: creare connessioni stabili tra la Calabria e i mercati esteri, valorizzando le reti già esistenti e aprendo nuove vie di collaborazione. È qui che entra in gioco il tema dell’internazionalizzazione, non come slogan, ma come politica strutturata capace di operare su più livelli, con una visione strategica e organica, proiettata nel lungo periodo. 

Da imprenditore, e nella mia veste di presidente del Mediterranean Export Innovation Hub (MEIH) — piattaforma internazionale che mette in sinergia imprese, istituzioni e professionisti per valorizzare il Made in Italy, sostenere l’export e attrarre investimenti — ho più volte evidenziato come l’apertura della Calabria al mondo significhi guardare non soltanto alla promozione dei suoi prodotti tipici, siano essi enogastronomici, manifatturieri, beni materiali o immateriali, ma anche alla costruzione di ponti stabili e duraturi. Attraverso questi canali, è possibile favorire il rientro di talenti, il recupero di risorse umane qualificate e il convogliamento di competenze strategiche e capitali, capaci di rigenerare e potenziare in profondità il tessuto economico e sociale della regione.

Il voto di ottobre è, dunque, un’occasione per voltare pagina. L’agenda politica regionale deve saper riconoscere alla diaspora un ruolo da protagonista, creando canali strutturati di dialogo e offrendo opportunità concrete di collaborazione. Questo rapporto, però, non può essere episodico o legato alle sole emergenze: deve essere costante e continuo, fondato su un’interazione stabile e su progetti condivisi nel tempo. La comunità calabrese nel mondo è una rete diffusa di intelligenze, esperienze e connessioni che può alimentare progettualità nell’innovazione, nella cultura, nell’impresa, nel turismo e nella formazione.

La campagna elettorale che si apre non potrà limitarsi a scontri tradizionali o a promesse generiche. Dovrà invece raccontare e attivare un’identità calabrese capace di intrecciarsi con il mondo, superando provincialismi e logiche autoreferenziali. I calabresi all’estero non sono un’appendice affettiva: sono una risorsa primaria. Io stesso, come imprenditore e come calabrese, rinnovo il mio impegno a fare da facilitatore e da catalizzatore di iniziative che mettano in contatto questa regione con il contesto internazionale.

È vero, la Calabria merita di guardare avanti con coraggio, senza piegarsi a logiche miopi o indulgere nell’autocommiserazione. Deve invece avere la forza di includere, di osare, di accogliere il contributo di chi, pur lontano, non ha mai smesso di sentirsi parte viva della sua storia. Il voto di ottobre, più che una semplice scadenza elettorale, è un appello a rialzarsi con dignità e visione, facendo del dialogo internazionale il motore di una rinascita capace di coniugare radici profonde e orizzonti aperti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *